Si apre un anno cruciale per la cooperativa COPROB, oggi la sola significativa realtà produttrice di zucchero italiano che, alla vigilia della campagna bieticola 2018, ha organizzato una tavola rotonda a FICO mirata a sensibilizzare opinion leader e politici sulla necessità di fare sistema su un asset strategico per l’industria agroalimentare italiana.
Obiettivo dell’incontro, guidato da Claudio Gallerani, Presidente di COPROB, e con la partecipazione di alcuni esponenti dei principali schieramenti politici (Pierferdinando Casini, Jacopo Morrone e Tiberio Rabboni), era sottolineare l’importanza di salvaguardare una filiera che, dal 1° ottobre scorso, è soggetta a un mercato liberalizzato e all’aggressiva concorrenza dei competitor europei ed extraeruopei pronti alla guerra sul prezzo.
“Siamo davvero disposti a rinunciare allo zucchero 100% italiano? Il nostro auspicio è che il Governo si preoccupi di sostenere l’unica azienda italiana del comparto in sede Ue prima che sia troppo tardi e che i prezzi si abbassino sotto la soglia di sostenibilità economica”, afferma Gallerani.
Dopo anni di progressiva deregolamentazione che hanno decimato le imprese del ramo, COPROB, fondata nel 1962 a Minerbio (Bo), rimane l’unica realtà del comparto che può vantarsi dell’etichetta 100% made in Italy in grado di garantire continuità di approvigionamento per l’industria grazie anche a una forte propensione all’innovazione e a significativi investimenti in ricerca e sviluppo.
Con i suoi 250 dipendenti fissi, a cui si aggiungono 300 stagionali che operano nei due stabilimenti di Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd) e con un fatturato (2016) di 233.000.000 di euro, COPROB riunisce 7.000 aziende agricole per un totale di 5.648 soci conferenti e gestisce 32.200 ettari seminati a bietole tra Emilia Romagna e Veneto. Terreni che nel 2017 hanno prodotto 2.300.000 tonnellate di bietole e la cui lavorazione ha dato origine a 263.000 tonnellate di zucchero.
Quella disegnata dai numeri è un’organizzazione importante, che grazie alla propria struttura societaria, esempio di modello virtuoso dell’equa cooperazione, è riuscita a garantire e preservare con le proprie forze la produzione di una riserva strategica nazionale. Senza COPROB l’Italia sarebbe uno dei pochi Paesi al mondo con un consumo di zucchero di 1.700.000 tonnellate a non disporre di una produzione nazionale, pur essendo il terzo mercato di consumo in Europa.
Innovare per competere con il Made in Italy
“Da sempre spingiamo i nostri soci e collaboratori verso l’innovazione in tutti i settori”, dichiara Claudio Gallerani. “E per il futuro i bieticoltori di COPROB vogliono essere più forti e più competitivi, uniti a tutti gli attori dell’agroalimentare italiano per garantire futuro e più valore allo zucchero made in Italy. Ma per fare questo servono anche precise scelte politiche e di sistema, altrimenti la difesa del nostro comparto diventa difficile”.
Dall’incontro è emersa la necessità e la volontà di attuare un patto dello zucchero unilaterale, concordi del fatto che difendere COPROB significa difendere un presidio nazionale importante. Sicuramente, un’occasione per i politici di scendere ‘in campo’ per fare squadra in modo concreto e lungimirante.
Una responsabilità sociale che COPROB si è assunta pienamente per rispetto verso il territorio in cui opera, verso i suoi dipendenti e la salvaguardia del loro posto di lavoro e verso l’intero settore agricolo, per il quale la coltura della barbabietola da zucchero, nell’ambito della rotazione delle coltivazioni, rappresenta un elemento fondamentale per il rinnovo dei terreni e la loro resa produttiva.
Per mantenere questo delicato equilibrio, che con la liberalizzazione dello zucchero e la pressante concorrenza delle grandi multinazionali estere rischia di essere compromesso, COPROB – che è attiva sia nel canale industriale che in quello consumer con il brand Italia Zuccheri – si muove in due direzioni.
La prima: fare leva sulla base sociale, da sempre suo punto di forza insieme alla flessibilità e alla multiformità della sua organizzazione, per valorizzare pienamente la produzione nazionale quale garanzia di continuità di approvvigionamento per l’industria agroalimentare, nonché di certificazione sotto il profilo qualitativo ed ambientale.
La seconda: imboccare la strada dell’innovazione per valorizzare ancora di più la qualità e l’italianità dei prodotti. Due caratteristiche che COPROB ha strategicamente fatto diventare la sua cifra distintiva per fronteggiare in particolare l’agguerrita concorrenza tedesca e francese. Soprattutto dopo che nel luglio 2016 un nome storico dell’industria saccarifera italiana come Eridania è diventata al 100% francese con la cessione da parte del Gruppo Maccaferri che, attraverso la controllata Sadam, detiene ancora una produzione minima nel comprensorio di Parma.